
Arte e muse
Arte e muse
Un bellissimo articolo di Paola Parodi, che è stato pubblicato sull’ultimo numero (164/2014) di Leggere Donna, la rivista edita da Luciana Tufani.
L’autrice ci consente di riportarlo sul nostro sito.
LE MUSE – LA MUSA Nella storia dell’arte troviamo spesso accanto a pittori, scultori e poeti una figura femminile, testimone, soggetto e strumento dei momenti più alti della creatività dei maestri: la musa ispiratrice. Di queste donne solitamente si sa poco o nulla, sono presenze mute e indistinte, eppure sembrano emanare una particolare aura, essere la fonte che attiva le energie creative. La musa proviene dall’antica Grecia, dalla tradizione classica che offre l’immagine lieta e armoniosa delle nove muse, fanciulle che accompagnano il dio solare Apollo, quali ancelle perennemente impegnate in canti e danze, ognuna “addetta” ad una singola espressione artistica. Curiosando nelle stratificazioni della cultura greca e negli studi sull’argomento si delinea una storia molto più ricca e sorprendente, emerge come e quanto le muse fossero importanti nella vita dei Greci. Innanzi tutto si scopre che le nove fanciulle figlie di Zeus e Mnemosyne in precedenza erano tre, figlie di Gaia e Urano, e prima ancora, in epoca arcaica vi era una sola Musa, senza altro nome: si svela un processo da singola divinità autonoma a un gruppo di subordinate assistenti, quasi un nobile harem intellettuale.
Molte testimonianze inoltre spalancano le dimensioni del loro campo d’azione. Venivano invocate dagli agricoltori per conoscere la corretta cura delle piante, dai capi politici per raggiungere la giusta conduzione dello stato, dai condottieri in battaglia per saper scegliere le migliori strategie. Ad esse rivolgevano preghiere e chiedevano consiglio educatori, medici e architetti.
Viene anche affermato che siano state le Muse a istruire la prima sibilla delfica e infonderle la capacità di ricevere e trasmettere le profezie. Si delinea un ruolo ben più ampio di un blando patrocinio delle realizzazioni artistiche: si potrebbe affermare che il dono delle Muse risiedeva nell’infondere eccellenza ad ogni attività, nell’ispirare il modo “giusto” di compiere qualunque azione.
Nell’ambito dell’arte poetica, il dono si amplia e rafforza; ricordiamo che Esiodo narra di essere diventato poeta per il volere delle divine fanciulle, non per propria scelta, e che poetare significava porsi in ascolto delle Muse e ripetere il loro dettato.
Lo stesso significato hanno le invocazioni con cui Omero inizia i due poemi che siglano il sorgere della letteratura europea, l’Iliade e l’Odissea. Il primo si apre con le parole: cantami, o dea, del Pelide Achille . . . In molte traduzioni troviamo l’invocazione o diva, dal significato un po’ più sfumato, ma il testo greco non lascia dubbi, è proprio thea, cioè dea. L’altro poema inizia con una simile richiesta: narrami l’uomo d’ingegno molteplice, o Musa… Sembra che il poeta consideri se stesso uno strumento passivo, un ponte tra il messaggio divino e il linguaggio umano.
Il suo atteggiamento è condiviso da poeti e poetesse dell’antica Ellade, persiste nel mondo latino, e ne troviamo ancora tracce molti secoli dopo, per esempio Dante Alighieri le invoca sollecitandone l’aiuto all’inizio dell’Inferno e del Purgatorio. È molto probabile che con il trascorrere del tempo il significato originario sia andato perduto e che molti autori abbiano soltanto ripetuto una formula convenzionale, un tributo alla classicità. Eppure il poeta inglese John Milton conferisce alla Musa un ruolo potente che sembra discendere direttamente dall’originario greco: Canta, o Musa celeste, che sulla vetta segreta dell’Oreb o del Sinai ispirasti quel pastore che per primo insegnò al seme eletto in principio come i cieli e la terra sorsero dal caos… ……………………. invoco il tuo aiuto al mio venturoso canto questi versi sono stati scritti dal poeta puritano del 1600 nella sua opera Paradise Lost (Il Paradiso Perduto) che tratta della genesi biblica, con le vicende della caduta degli angeli ribelli e dell’umanità.
Milton non solo chiede aiuto e si pone in ascolto al dettato della musa ma, fatto ancora più sconcertante, ritiene che la Musa sia la voce che istruì il popolo ebraico sugli eventi della creazione, cioè la Musa è la voce di Dio. Tornando all’origine dell’arte poetica greca troviamo Orfeo, personaggio dai contorni mitici che non è semplicemente un aedo ispirato, ma è detto figlio della Musa, dotato di un canto così sublime da incantare anche gli animali e le divinità, perfino il duro Ade.
Orfeo è collocato al primo posto, quale insuperato iniziatore, nella storia della poesia, ma è anche ricordato nei testi di storia della filosofia, come autore di una cosmogonia, di una visione del mondo, alla base della scuola filosofico-religiosa chiamata appunto Orfismo.
La storia di questa linea di pensiero non si esaurisce nel tempo arcaico, prosegue fino ai primi secoli della nostra era. Il figlio della Musa è quindi il primo passo della cultura greca, in uno stadio in cui tutte le forme di conoscenza e di espressione sono una sola voce: la voce della Musa. Se Orfeo si colloca in un tempo incerto e ai confini tra storia e leggenda, il legame tra le Muse e i protagonisti della filosofia greca è solidamente documentato. Tra i Presocratici è costante la devozione alle Muse, Pitagora eresse per loro un tempio, Empedocle le invoca, mentre Parmenide presenta le sue teorie come direttamente apprese dalla dea-musa.
Più tardi Platone definisce le Muse dee della musica precisando che la vera musica è la filosofia e fonda la sua Accademia con la figura giuridica di “comunità religiosa dedita al culto delle Muse”. Le Muse, cioè la Musa nella sua molteplicità, per il sentire greco, sono la conoscenza stessa e la voce con cui questa si manifesta all’umanità; non dobbiamo quindi stupirci se ancora oggi si chiama museo il luogo dove si accoglie, si protegge e si mostra la produzione del sapere; è il luogo dove si compie il rito della conoscenza: in un’atmosfera che sconfina nella religiosità si rende omaggio alle realizzazioni dell’umanità e dell’intero cosmo, dalle installazioni contemporanee agli insetti preistorici alle foto di lontane galassie.






- Posted by Il Carro delle Muse
- On 4 Ottobre 2014
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