Gibus Scatizza
Le Muse, figlie di Zeus, invocate da poeti e scrittori delle leggende antiche per ottenerne ispirazione, si soffermano, una volta l’anno, sul nostro Carro che le invita a cimentarsi in questa gara con le proprie emozioni espresse in una qualsiasi forma d’arte. Il Premio letterario Internazionale offre loro uno spazio sul Libro che stampiamo per l’occasione e regaliamo a tutte le autrici finaliste durante la festa di premiazione. Molte di queste sono donne nell’ombra, sconosciute, che incontrano difficoltà a comunicare i loro pensieri più segreti, spesso scoraggiate dagli stessi famigliari che le preferiscono nelle vesti di Cenerentole ai fornelli. La risposta è stata immediata e ricca di sorprese. Da queste segrete fucine d’arte, sono emerse novelle e fiabe deliziose, poesie appassionate, acquerelli, disegni e fotografie interessanti.
Accade, però, che la vita di qualcuna di queste nostre autrici meravigliose presenti dei risvolti particolarmente interessanti…
Abbiamo deciso pertanto di proclamare, a fine concorso, la Musa dell’anno, scegliendola tra le nostre artiste dalla vita un po’ speciale e…
… GIBUS SCATIZZA È LA MUSA DELL’ANNO 2017!
Chi è Gibus?
Nata a Martigny, nel Vallese, esce dalla scuola di Belle Arti di Aix en Provence. Vive tra Lugano e… il Kenya.
A Gibus non saprei che Musa assegnare… lei stessa è l’Arte in tutte le sue dimensioni e in tutte le sue forme. È una donna elegante, raffinata, affabile, brillante, che scrive fiabe e racconti sullo sfondo di emozioni autentiche e coinvolgenti che s’insinuano tra desideri e delusioni, tra speranze e amarezze. Le sue poesie hanno toni delicati e toccanti, ma la sua genialità si esprime anche e soprattutto nelle arti figurative.
Qui Gibus si scatena senza freni nella pittura in tutte le sue accezioni: illustra le sue favole creando personaggi e storie d’amore tra animaletti deliziosi (come il polipetto che s’innamora di una cagnetta nel suo racconto del nostro ultimo concorso)… e poi, soprattutto le donne, con cui ha vinto il primo premio per la grafica, sempre in questa quarta edizione del premio. I suoi acquarelli sono morbidi, delicati, perfetti, quasi trasparenti e ben si adattano alla vocazione per il suo tema preferito, figure femminili in una varietà incredibile di situazioni: pensose, distratte, incuriosite, donne pudiche e altre di una garbata sensualità, inserite a volte in paesaggi che spesso ricordano l’Africa.
Non solo questo, però: Gibus con l’acquarello può creare qualsiasi magia, offrire questo suo mondo interiore sempre in ebollizione in paesaggi della Croazia, della Grecia, della Toscana, ora tenui come miraggi, ora nitidi come spiagge solitarie, scenari di fiori e farfalle, atmosfere di colori in cui si possono trovare figure vagabonde di ogni genere. Ha partecipato a innumerevoli mostre in varie città del mondo ed ha avuto riconoscimenti molto importanti in tutte le sue attività artistiche. Ci vorrebbe lo spazio di un dizionario per elencarle tutte.
Come stilista e scultrice, lavora qualsiasi materiale: ceramica, smalto, legno… ha ideato un albero a spirale decorato di globi azzurri che sembrano pianeti in corsa sulla propria orbita. Alto quattro metri, acciaio e plexiglas che scintillano ma con una snellezza che non invade la scena, lo Spiralbero, è stato realizzato per una famosa Banca di Lugano, ha fatto il giro del mondo e poi è stato richiesto e riprodotto per la Maison Cartier.
Gibus, però, non si accontenta mai. Se guidare un’auto da corsa è arte, Gibus l’ha praticata da giovane diventando campionessa di rally. Se cucinare piatti sfiziosi è arte, lei è stata la Presidente Fondatrice del gruppo di Lugano e Canton Ticino, chiamato club di donne Gourmette: il termine, letteralmente, significa bracciale, ma madame Edlinger, nel 1924, lo ha imposto come sinonimo di donnebuongustaie. Gibus è fatta così, tutto ciò che la circonda la ispira, qualsiasi forma, evento o paesaggio, cattura il suo interesse artistico e si trasforma in qualcosa di unico: manicaretti, fiabe, disegni, sculture, poesie…
Qual è la vera Gibus?
La donna o l’artista? Perfetta madre di famiglia, dolcissima nonna e ideatrice di una cucina altamente raffinata, si occupa di bambini e animali in difficoltà, eppure trova il tempo di scrivere favole deliziose, poesie dolcissime, dipingere papaveri o girasoli, mari e tramonti, scolpire… sempre mantenendo vive le tradizioni della sua terra.
Ma Gibus non è soltanto questo. Tempo addietro suscitò la mia curiosità per i suoi frequenti soggiorni in Kenya… trovai il coraggio di chiederle perché vivesse spesso laggiù periodi anche lunghi, essendo sempre impegnata in attività di ogni tipo nel Ticinese. Mi spiegò che, anni prima, quel piccolo brandello d’Africa l’aveva affascinata e, con suo marito, un famoso ginecologo, avevano deciso di comprare un terreno e costruirvi una casa. Realizzato il suo desiderio, chiamò il missionario Padre Angelo a benedire la sua nuova abitazione…
Da quel momento, la sua vita subisce una svolta molto decisa e importante. Gibus si affianca a questo missionario e si attiva concretamente per aiutare i bimbi kenioti che appaiono in molte delle sue fotografie e delle sue fiabe. Si fa parte attiva per raccogliere fondi ma si dedica anche personalmente ai progetti per la costruzione di scuole professionali, in cui cento tra bambini e bambine sono mantenuti per tre anni, permettendogli di frequentare un triennio in cui si può diventare falegname, idraulico, meccanico, elettricista, agronomo, ma… anche informatico e, per le bambine, corsi di sartoria, di cucina, di arti applicate. Nelle scuole primarie, invece, vengono ospitati 600 bambini, ai quali viene offerto un pasto al giorno. Nella scuola è assicurato almeno un pasto al giorno a questi piccoli diseredati, nati e cresciuti nell’assoluta povertà, eppure sempre pronti al sorriso. Nel progetto di Gibus vincono l’Amore e la cultura: dalla scuola di Padre Angelo a una trentina di chilometri a sud di Mombasa, è uscito anche qualche eccellente laureato.
Gibus offre e vive il coraggio di difendere i valori umani e culturali di quella piccola comunità, invitando tutti a oltrepassare il limite del pregiudizio per apprezzare questa cultura animista dalla felicità possibile anche senza benessere. Le differenze economiche tra il Nord e il Sud del mondo sono ormai note e tutti ne vediamo le tragiche conseguenze: malattie, fame, rabbia… delinquenza.
L’indipendenza che proviene da un lavoro alimentato dalla cultura non mette soltanto un piatto sulla tavola di questi giovani ma anche dignità nel loro cuore. La cultura – non va dimenticato – è l’anima di ogni popolo, è la capacità di lasciare traccia di sé in questo breve intervallo dell’evoluzione della Terra che è la vita intelligente, quella dell’homo sapiens…
Ma questa è una Festa, è – succintamente – la storia di una Musa di cui il nostro Carro è particolarmente orgoglioso. Gibus, una donna che, come tutte le nostre Muse simili a Vestali, tiene viva la fiamma dell’arte e della cultura in un periodo di decadenza in cui un ottuso materialismo ha soffocato ogni anelito di spiritualità. Grazie, Gibus!






- Posted by Premio Il Carro delle Muse
- On 5 Febbraio 2018
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