
I NUOVI MOSTRI
“Bestialità” è un termine spregiativo per indicare esseri umani violenti e crudeli. Qualsiasi animale si rivolterebbe, inferocito sul serio, a sentirsi paragonare all’uomo! Nella Natura ci sono delle regole ben precise, la prima delle quali è la “difesa della specie”, che non è assolutamente praticata dall’animale più… evoluto della Terra: l’essere umano.
Secondo le scritture induiste, quest’Era di violenza, di discordia e d’ipocrisia è il Kali Yuga, l’età del ferro, in cui tutti valori si arrugginiscono e i veleni invece proliferano. Non c’è bisogno di tanti esempi per definire questa realtà odierna come profondamente negativa: sono aumentati i disvalori come crudeltà, frode, indifferenza, omicidi, stupri, prepotenze… non c’è giorno che la cronaca sia esente da qualcuno di questi mali.
No, nessuna bestia è comparabile all’uomo: l’animale aggredisce se minacciato o per sfamare la prole, mai per il “gusto di uccidere”. Questa tendenza si è ingigantita nel tempo, forse per la violenza dei “giochi” di guerra che i giovanissimi praticano sul computer, o per la droga così facile da ottenersi e così abilmente manipolata per creare una società gestibile di falliti. Ci sono però molti modi per “uccidere” una persona, usando ogni tipo di violenza, non solo la morte.
Lo stupro è il peggiore: il piacere aumenta quanto più la vittima soffre. Non solo è disumano, inaccettabile ma dovrebbe essere punito con il massimo delle pene. È violenza su un altro individuo inerme o comunque più debole. E, tra gli stupri, il più deprecabile è quello sulle bambine perché imprime il suo indelebile marchio per tutta la vita, non lascia spazio all’autodifesa e neanche al perdono.
Si legge di “nonni”, di “padri”, di “zii”, di “amici di famiglia” che stuprano le nipotine, le figlie, le loro amichette… talvolta con madri consenzienti o magari solo terribilmente condizionate. Forse, l’unico caso in cui “non si dovrebbe avere alcuna pietà” nella punizione del colpevole.
Questi sono i “nuovi mostri” anche se… non è un problema solo dei nostri giorni: il lupo di Cappuccetto Rosso rappresentava questo genere d’uomo e la favola, con prudente fermezza, era un messaggio per esortare i famigliari, fin da quei tempi, a non lasciare indifesi i bambini e soprattutto, le bambine.
Ora, per fortuna, c’è la Carta dei diritti della bambina che, approvata al Congresso della BPW Europa di Reykjavik nel 1997, è stata di recente aggiornata e approvata all’unanimità durante il Meeting delle Presidenti europee della BPW, il 30Settembre 2016.
Il Comune di Bolzano, Assessorato alle pari Opportunità, istituisce una “premiazione speciale” per due opere letterarie vincitrici, nell’ambito del Premio letterario Internazionale “Il Carro delle Muse”, offerto a Muse e Musette, con il fine di rendere evidente, con un racconto, la necessità e l’importanza della Carta della bambine, elaborata da BPW International e sostenuta anche dal Comune.
Forza, Muse! Non è soltanto un nuovo premio ad aspettarvi, è un dovere fare tutto il possibile per combattere questa lebbra che affligge moltissime donne, ragazze, bambine: ne spinge alcune al suicidio, altre alla prostituzione, come unica possibile scelta di vita, o ancora a un perenne senso di colpa o di frustrazione. Lo stupro uccide la dignità, la vita, il futuro di una donna… combattiamolo con ogni mezzo!






- Posted by Premio Il Carro delle Muse
- On 17 Giugno 2019
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