“Quote rosa”: l’intelligenza non ha sesso!
“Quote rosa”: l’intelligenza non ha sesso!
Ho sentito parlare di “quote rosa”. Si vorrebbe che raggiungessero il 50% (anziché il 30% a cui stiamo arrivando) negli impieghi pubblici. Per “pari opportunità”, si dice. Ossia 50 posti agli uomini e 50 posti alle donne, se i posti sono 100.
Per chi non ci avesse ancora pensato, pari opportunità significa che ogni volta che è disponibile un posto di lavoro, la donna ha le stesse probabilità di vincere di un uomo e non che se, facendo le somme, su dieci posti ci sono già cinque uomini e quattro donne, adesso tocca a lei, per fare il 50%.
L’intelligenza non ha sesso e se risulta migliore il suo curriculum, la sua preparazione, la sua dedizione al lavoro, è giusto che vinca ancora una donna, anche se ci fossero già nove donne e neppure un uomo, in quei dieci posti.
Il concetto è che non vogliamo un posto perché numericamente ci spetta, li vogliamo tutti se (e solamente se) ci siamo classificate sempre meglio dei maschi.
Diversamente, il concetto di quote rose somiglia troppo ad una concessione benevola dei dominatori: abbiamo il 20 % di donne in organico… il 30% è stato raggiunto… Ma bravi! Avete mai pensato che forse eravamo migliori di voi?
Pari opportunità significa che, in ogni occasione, se i meriti sono maggiori, il posto deve essere assegnato al migliore, donna o uomo. Il sesso (nel senso di “genere”) non c’entra per niente.






- Posted by Il Carro delle Muse
- On 18 Giugno 2014
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